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Quaderni on line di andata e ritorno…a Cuneovualà 2020 (trentatreesima puntata – Simone Mostacci)

[rubrica a cura di Ivana Mulatero, ideatrice e curatrice della rassegna CuneoVualà]

1. Fino a cinque muniti prima dell’inaugurazione dell’ottava edizione di CuneoVualà, il taccuino di Simone Mostacci dedicato a Napoli e alla costiera amalfitana, realizzato nell’agosto 2020, ci guarda dietro a un vetro, protetto da una teca che lo preserva da contatti troppo ravvicinati. Ma il suo autore cambia completamente le carte in tavola e decide che invece può affrontare il mondo e offrirsi a mani curiose (sebbene inguantate) che lo vogliano sfogliare. Inizia così, con un aneddoto, la storia dell’incontro tra Simone Mostacci e Cuneovualà, mai visti prima. Il primo, venticinquenne con esperienze di grafico, illustratore e fumettista, e una straordinaria duttilità nello sketchare ad acquerello brani di vita con uno stile molto minimalista.

2. C’è sempre un tratto a matita che fa da intelaiatura visiva a un piccolo episodio che viene rivelato dalla trasparenza dell’acquarello che lo rende molto interessante, fino a giocare con la luce per creare visioni quasi ultraterrene.

3. “Non è dimostrabile, ma io ci credo – scrive Cees Nooteboom – nel mondo ci sono luoghi in cui un arrivo o una partenza vengono misteriosamente moltiplicati dai sentimenti di quanti nello stesso luogo sono arrivati o di là sono ripartiti”. Quanto mai vero per Napoli e per la costiera amalfitana, luoghi di una bellezza incredibile che non potevano non essere raffigurati, ammette Simone Mostacci.

 

4. E poi ci sono le storie. Quelle che avvengono nelle vie di una città che sta cambiando pelle come Torino, ripercorsa con spirito attento ai dettagli, gli accadimenti riportati in punta di pennello (molto umoroso d’acqua) sulle pagine del taccuino dedicato al quartiere Barriera di Milano (un progetto in divenire in parte esposto a CuneoVualà). La verità, è che si consumano un sacco di storie intorno a chi ha la voglia di ossservarle. Vissute quasi mai da solo, perché, come diceva Goethe, grande estimatore della costiera amalfitana: “un compagno allegro è una carrozza in un viaggio a piedi”.

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