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IL CANTO DELLA MATERIA – Sculture da camera di Emanuele Greco a cura di Ivana Mulatero

Mostra presentata in occasione della terza edizione di “Arte in Piazza” e ora visitabile presso la nostra sede di C.so Francia 47 a Cuneo

Mostra a ingresso libero e gratuito, aperta sabato e domenica dalle ore 15.30 alle 18.30 fino al 14 ottobre.

Emanuele Greco è  lo scultore ospite della manifestazione “Arte in Piazza 2018” proposto dalla Fondazione Peano, ente culturale privato attivo da oltre vent’anni nella promozione della scultura e dell’arte, nelle sue molteplici manifestazioni e linguaggi espressivi, negli spazi naturali e urbani cuneesi.

L’esposizione documenta l’attività dello scultore Emanuele Greco (Cuneo, 1981) che ha riunito per l’occasione una ventina di opere, perfettamente dimensionate all’ambiente, alcune inedite e realizzate appositamente per la mostra. Dalla Piccola figura distesa (2010) in bronzo e dal Cavatore (2010) in terracotta patinata, ai ritrovati Schiavi (2015) e La fine del tempo della spensieratezza (2015) in cemento patinato, si snoda una narrazione tra materie, superfici e forme corporee. Le modellazioni in fieri, realizzate da Emanuele Greco nei fienili immersi nella campagna della bassa Valle Maira divenuti fonderia, luoghi di fusione della cera persa, si tramutano nei bronzi Piccolo centauro (2016) e Cavallo in posa (2018), in parallelo è concresciuta al suo acme Appello all’umanità (2018), una allegoria in terracotta sul tema della migrazione dei popoli.

A Emanuele Greco non interessa ritrarre la figura umana nella sua naturale fisicità ma trarre ispirazione direttamente dai materiali (argilla, bronzo, pietra, cemento…), per dare vita a opere plastiche emozionali da camera, sostenute su piedistalli poetici. La finalità della sua pratica scultorea è modellare busti, torsi, frammenti figurali e filiformi esseri archetipici, per inseguire la capacità immaginativa e modularla in una sapienza manuale, in cui le mani sanno ricreare il senso perduto del vivere e del morire entro una sostanza immaginale.

Come afferma la curatrice della mostra, Ivana Mulatero, Direttrice Scientifica del Museo Civico Luigi Mallé, “…si ritrova nel solidificarsi della creta plasmata, modellata e poi fatta essiccare, la traccia dei polpastrelli impressi nell’umida argilla. Emanuele Greco non si cura, in alcune opere, di eliminare in fase di realizzazione finale i particolari costruttivi e li fa coincidere con gli elementi formali delle figure. I dormienti a mezz’aria, oppure i cavalli in corsa che si allungano per fendere lo spazio con le loro estensioni anatomiche, divengono steli, piccoli totem, telamoni da mensola, kouros da tasca. Non cercano una identità riconoscibile, valgono come espressione di un sentire tattile della materia attraverso lo spazio, il tempo e la forza della creazione”.

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